Sistema immunitario: gli alimenti che contribuiscono al suo buon funzionamento

Il sistema immunitario ha la funzione di proteggere l’organismo dalle infezioni e di ridurre il rischio di sviluppare tumori, malattie autoimmuni e neurodegenerative1.
Gli studi mostrano come una dieta bilanciata ricca di vitamine e minerali contribuisca a mantenere in salute le difese immunitarie dell’organismo2: i micronutrienti hanno un ruolo critico nel regolare l’attività degli enzimi coinvolti nelle risposte immunitarie1.
Sistema immunitario: gli alimenti che contribuiscono al suo buon funzionamento Sistema immunitario: gli alimenti che contribuiscono al suo buon funzionamento

Alimentazione alleata del nostro organismo

 

Una dieta ricca di sostanze antiossidanti e flavonoidi – elementi ad azione protettiva che si trovano in particolare nelle verdure – aiuterebbe a contrastare l’azione negativa dei radicali liberi, migliorando le resistenze naturali del nostro corpo.2

 

Malnutrizione e obesità hanno entrambe un effetto negativo sul normale meccanismo della risposta immunitaria.1

Variare quotidianamente la nostra dieta evitando, ad esempio, l’abuso di alcol e caffeina o limitando l’assunzione di grassi animali2, è una buona pratica per fornire al nostro organismo adeguate quantità di proteine, alcuni aminoacidi e vitamine, folati, che sono importanti per la buona salute del nostro sistema immunitario.1

Carote, spinaci e broccoli per il beta-carotene

 

La vitamina A (o retinolo) nei vegetali si trova sotto forma di beta-carotene e di altri carotenoidi che, una volta assunti, il nostro corpo è in grado di trasformare in vitamina A2.

I carotenoidi sono particolari pigmenti responsabili della tipica colorazione gialla o arancione di carote, peperoni rossi, zucca, pomodori, meloni, e ne sono ricchi anche le verdure a foglia verde scuro come gli spinaci e i broccoli2; è contenuta anche in alimenti di origine animale come fegato, uova e formaggio.2

 

La vitamina A svolge diverse funzioni importanti nell’organismo: ad esempio è fondamentale nel processo della visione al punto che una sua carenza è associata alla riduzione della vista, soprattutto di notte.2,3 

Un altro importante contributo da parte della vitamina A è proprio nei confronti della risposta immunitaria: pare infatti che il deficit di questa sostanza renda l’organismo più vulnerabile alle infezioni.3

 

La vitamina A fu scoperta nel 1913 da McCollum e Davis, due ricercatori dell’Università del Wisconsin, i quali dimostrarono quanto fosse essenziale per la crescita dei ratti.

Successivamente, gli scienziati Karrer e van Euler dimostrarono, sempre nei ratti, che il beta-carotene veniva convertito in vitamina A, poi nel 1931 Karrer isolò ed identificò la struttura chimica dei carotenoidi e della vitamina A1.

Agrumi, kiwi e frutti rossi per la vitamina C

 

Alcuni tipi di frutta e verdura non devono mai mancare in tavola poiché sono una buona fonte di vitamina C: kiwi, agrumi, fragole, peperoni, pomodori, broccoletti ne forniscono una quantità abbastanza elevata.3

 

La vitamina C svolge molteplici funzioni grazie al suo potere riducente e interviene nella produzione di collagene3, una proteina importante nei processi di guarigione di ferite e scottaturee per mantenere in salute pelle, ossa, cartilagini, denti e gengive.2

 

Un’altra funzione notoriamente attribuita alla vitamina C è quella di modulare la risposta immunitaria soprattutto nel raffreddore3: un adeguato apporto di questa sostanza tramite gli alimenti è sufficiente per ridurre il rischio di infezioni delle vie respiratorie.3

 

Le prime ricerche sulla vitamina C erano associate allo scorbuto, una malattia tipica dei marinai che, per lunghi periodi, non consumavano vegetali freschi, caratterizzata da modifiche a livello di ossa, cartilagini e tessuto connettivo.3

 

Nel 1753 il ricercatore James Lind descrisse il ruolo protettivo contro lo scorbuto di una somministrazione giornaliera di circa 30 grammi di succo di limone.3

La scoperta della vitamina C la si deve ad Albert Szent-Gyorgyi, scienziato ungherese, premio Nobel per la Medicina nel 19373.

Olio di semi, germe di grano e frutta secca per la vitamina E

 

La vitamina E è costituta da un gruppo di otto composti ed è dotata di attività antiossidante2: essa blocca la cascata di reazioni a catena innescate dai radicali liberi, proteggendo i grassi contenuti nelle membrane delle cellule3; inoltre a livello molecolare e cellulare regola l’attività di alcuni enzimi e modula dei geni che intervengono in vari processi.3

Dalla letteratura scientifica emerge un altro aspetto interessante che riguarda la vitamina E, ossia il suo ruolo nel fenomeno dell’immunosenescenza, secondo cui il sistema immunitario subisce importanti alterazioni a causa dell’invecchiamento.4

 

Interventi sull’alimentazione sembrano essere un approccio promettente alla gestione dell’immunosenescenza e la vitamina E risulta tra le principali sostanze studiate a tale scopo.1

 

Gli oli, specialmente di semi come quello di girasole, germe di grano e la frutta secca, sono fonti di vitamina E.2 

In quantità inferiori, sono presenti anche in verdura a foglia verde scuro come broccoli e spinaci.2

 

La scoperta di questa vitamina la si deve agli scienziati Evans e Bishop.

Dal 1922 sono stati condotti numerosi studi che hanno evidenziato e confermato come l’attività principale di questo micronutriente sia quella antiossidante.

Solo più recentemente sono stati individuati gli effetti regolatori sulle reazioni enzimatiche e sull’espressione genica.3

Ostriche, frutti di mare e crostacei per lo zinco

 

Lo zinco è un micronutriente diffuso nei tessuti dell’organismo, dove svolge molte funzionicon un ruolo importante nella crescita e nel differenziamento delle cellule, comprese quelle del sistema immunitario.3

L’omeostasi dello zinco è importante per un’adeguata funzione del sistema immunitario: una carenza o un eccesso nelle concentrazioni di questa sostanza alterano le cellule immunitarie con conseguente aumento del rischio di infezioni e di patologie infiammatorie.1, 2, 3

 

Gli alimenti più ricchi di zinco sono le carni fresche e trasformate, le uova, i prodotti ittici, il latte e i suoi derivati3, mentre ne sono meno forniti i prodotti di origine vegetale, tranne alcune eccezioni (ad esempio, i legumi secchi e la frutta secca a guscio).3

La sua carenza dipende non solo dalla malnutrizione, ma anche dalla presenza di malattie del tratto gastro-intestinale che riducono l’assorbimento dei nutrienti presenti nel cibo.3

Il ruolo dello zinco fu identificato per la prima volta nel 1869 dal biologo Raulin e la sua funzione nell’organismo umano fu confermata nel 1934.3

Tisane e infusi a base di echinacea e ginseng

 

Il consumo di tisane e infusi a base di estratti di piante medicinali, come echinacea e ginseng, in combinazione con altre piante ad azione antibatterica ed antisettica, come timo e pelargonium, può essere di supporto in caso di sintomi tipici dell’indebolimento stagionale del sistema immunitario.1

La Food and Drug Administration ha incluso l’echinacea e il ginseng nell’elenco delle erbe sicure, alle dosi raccomandate, per adulti che godono di buona salute, sconsigliandone l’assunzione alle donne in gravidanza ed allattamento.2

L’echinacea è considerata un immunostimolante e un supporto all’organismo contro infezioni respiratorie come il raffreddore.8

Il ginseng è una radice e uno dei primi scienziati occidentali a studiarne gli effetti sull’organismo è stato il farmacologo Israel I.

Brekhnam dell’Accademia delle Scienze dell’ex Unione Sovietica.9

Tra il 1960 e il 1990 il ricercatore, con il suo gruppo di ricerca, condusse centinaia di studi che hanno confermato l’attività benefica del ginseng sull’organismo.9

Negli anni le ricerche scientifiche hanno riportato gli effetti del ginseng sul sistema immunitario, tra questi la regolazione del sistema immunitario per aumentare la resistenza contro infezioni e patologie.1

Sources:

 

1. Chandra S, Chandra RK. Nutrition, immune response, and outcome. Progress in Food

Nutrion Science. 1986;10(1-2):1-65. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3097756

 

2. Cibi che fanno bene. Cibi che fanno male. Guida per utilizzare gli alimenti nel modo piùsano.

EdizioneSelezionedalReader’sDigest 2000.

 

3. LARN – LivellidiAssunzionediRiferimentodiNutrientiedenergia,

SocietàItalianadiNutrizioneUmana (SINU). IVRevisione – Ottobre 2014.

 

4. Wu D, Meydani SN. Age-associated changes in immune function: impact of vitamin E

intervention and the underlying mechanisms. Endocrine, Metabolic & Immune Disordes Drug

Targets. 2014;14(4):283-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25244230

 

5. Maywald M, Wessels I, Rink L. Zinc Signals and Immunity.International Journal of Molecular

Sciences 2017 Oct 24;18(10). pii: E2222. doi: 10.3390/ijms18102222.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29064429

 

6. Carmen P. Wong, Nicole A. Rinaldi, Emily Ho. Zinc deficiency enhanced inflammatory

response by increasing immune cell activation and inducing IL6 promoter demethylation.

Molecular Nutrition & Food Research. 2015 May;59(5):991-9. doi: 10.1002/mnfr.201400761.

Epub 2015 Mar 17. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25656040

 

7. Gammoh NZ, Rink L. Zinc in Infection and Inflammation. Nutrients. 2017 Jun 17;9(6). pii:

E624. doi:10.3390/nu9060624. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28629136

 

8. Karel Šmejkal, Veronika Rjašková. Use of plant extracts as an efficient alternative therapy of

respiratory tract infections. Czech and Slovak Pharmacy. Fall 2016;65(4):139-160.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27860473

 

9. Michael Castleman. Le erbe curative. Guida completa alle proprietà terapeutiche dei farmaci

naturali. Natura&Salute. Tecniche Nuove. Seconda Edizione 2007. Pag.182-187; 239-249

 

10. Kang S, Min H. Ginseng, the ‘Immunity Boost’: The Effects of Panax ginseng on Immune

System. Journal of Research Resort 2012 Oct;36(4):354-68. doi: 10.5142/jgr.2012.36.4.354

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23717137